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Perché un sistema anticaduta
É dimostrato che la maggior parte degli incidenti mortali sono da ricondurre a cadute dall'alto. Il diritto alla sicurezza sul posto di lavoro é un diritto fondamentale di ogni lavoratore e non deve essere trascurato.
In caso di caduta, con o senza vittima, molte persone possono essere responsabili di quanto accaduto: committente o proprietario, amministratore legale (nel caso si trattasse di un’impresa), amministratore condominiale, detentore dell‘impresa, inquilino, progettista e artigiano. Sono previste sanzioni penali di carattere pecuniario o l’arresto.
Lo sapevate, ...
... che in media si deve salire sul tetto 4 volte all'anno?
- Spazzacamini
- Pulizia grondaie
- Antennisti
- Manutenzione tetto (sostituzione tegole, ecc.)
- Manutenzione impianti (impianti fotovoltaici, solari, di refrigerazione, ecc.)
... che il 47 % degli incidenti mortali in cantiere è costituito da cadute dall'alto che si verificano durante interventi di manutenzione?
Gli operatori possono rifiutarsi di accedere alla copertura in mancanza di adeguati sistemi anticaduta e per questo non riuscire a svolgere i lavori richiesti.
... che un sistema anticaduta è composto da 3 elementi di base?
1. Sistema anticaduta conforme UNI EN 795 (ad es. punti d’ancoraggio, corde, ganci ecc.)
2. Dispositivi di protezione individuali conforme UNI EN 363 (ad es. imbracatura, casco ecc.)
3. Dispositivi di recupero infortunati (ad es. treppiedi, paranco ecc.)
Simulazione
Simulazione di caduta di una massa di 100 kg collegata a un sistema anticaduta conforme UNI EN 795 e munita di un DPI conforme UNI EN 363.
Già cadendo da 2 metri di altezza l'impatto a terra avviene a 6,2 m/s. Questo equivale a una velocità pari a 22 km/h. Immaginatevi di viaggiare con la bicicletta a questa velocità e di impattare su un muro in calcestruzzo senza frenare. Ipotizzando che la massa dell'oggetto sia di 100 kg, l'energia da dissipare durante l'urto è pari a 2 kJ. Ciò significa che l’oggetto raggiunge, durante l’impatto, un peso di ca. 600 kg ossia 6 kN.
Il corpo umano non è in grado di sopportare una sollecitazione superiore ai 12 kN, dopo tale soglia i danni possono essere irreversibili o a rischio morte.
Per questo gli operatori devono essere sempre assicurati a un sistema anticaduta conforme UNI EN 795 tramite dispositivi di protezione individuali conforme UNI EN 363. Questi fanno si che non sia mai superata la soglia dei 6 kN.
Leggi e norme
Introduzione:
Il Decreto Legislativo 81/08 e succ. mod. e int., Testo unico della Sicurezza sul Lavoro, ha rivisto e abrogato il precedente impianto di leggi e decreti in materia di sicurezza tra cui il DPR 547/55, la 164/56, il D.L.vo 494/96 e ha riproposto in buona parte le precedenti norme che sono state in parte riscritte tenendo conto dell'evoluzione del mondo del lavoro e della nuova sensibilità che si è sviluppata nei confronti della sicurezza del mondo del lavoro.
In particolare il titolo IV capo secondo del D.L.vo 81/08 contiene la revisione dell‘ex DPR 164/56 con delle importanti novità:
Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
D.LGS. 9. Aprile 2008, Nr. 81
Attuazione dell'articolo 1 della legge del 3 agosto 2007, n. 123, sulla salute e la sicurezza sul lavoro
Art. 107: Definizione
Ai fini delle disposizioni della presente sezione, il lavoro in quota è considerato lavoro in quota: attività lavorativa in cui il lavoratore è esposto al rischio di caduta da un'altezza superiore a 2 m rispetto al terreno stabile.
Link al testo giuridico (gli articoli 111-117 sono importanti)
Il Decreto Legislativo 81/08 è una legge nazionale che obbliga l'utilizzo di sistemi anticaduta conforme UNI EN 795:2002 in tutta Italia. L'inadempimento ha come conseguenze sanzioni amministrative e penali.
Norme
Devono essere rispettate anche le seguenti principali norme UNI:
- UNI EN 795-2012 (Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute: Dispositivi di ancoraggio)
- UNI 11578/2015 (Dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente: Requisiti e metodi di prova)
- UNI 11560-2014 (Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura: Guida per l'individuazione, la configurazione, l'installazione, l'uso e la manutenzione)
- UNI EN 353 (Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dell’alto: Dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile)
- UNI EN 355 (Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dell’alto: Assorbitori di energia)
- UNI EN 362 (Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dell’alto: Connettori)
- UNI EN 363 (Nella norma sono specificati la terminologia e i requisiti generali per i sistemi di arresto della caduta che servono da DPI)
- UNI EN 364 (Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dell’alto: Metodi di prova)
- UNI EN 365 (Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dell’alto: Requisiti generali per le istruzioni, l’uso e la marcatura)
Quattro passi per la sicurezza
- 01
Sopralluogo
Per elaborare un progetto è indispensabile verificare le condizioni sul posto. Per questo offriamo un sopralluogo gratuito per verificare la situazione in cantiere. In seguito a tale rilievo sarà elaborata un’offerta fatta su misura. Un’analisi accurata aiuta a prevenire e a eliminare possibili cause di errori.
- 02
Progettazione
I nostri tecnici specializzati elaboreranno per voi la soluzione ottimale che terrà conto sia dell’economicità che delle normative vigenti e caratteristiche tecniche della copertura.
Nel progetto verranno definiti gli elementi necessari per la realizzazione del sistema. Verrà infine redatto un elenco dei singoli elementi ed evidenziata la loro posizione su un elaborato grafico. - 03
Montaggio
Siamo lieti di essere al vostro fianco.
In fase di montaggio riceverete manuali ed istruzioni specifiche: siamo anche disponibili per organizzare corsi per installatori. Le attrezzature necessarie per il collaudo, come Tirfor e dinamometro, sono disponibili nel nostro magazzino. - 04
Manutenzione
La norma UNI EN 795 prevede il collaudo annuale del sistema anticaduta. La nostra organizzazione è in grado di supportarvi sia in fase di collaudo annuale che per le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Classi
Classe A1
Comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, per esempio pareti, colonne, architravi.
• Per la messa in sicurezza di un operatore
• Sopporta carichi da tutte le direzioni
Classe A2
Comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati.
• Per la messa in sicurezza di un operatore
• Sopporta carichi nella direzione della pendenza del tetto
Classe B
Comprende dispositivi di ancoraggio provvisori o portatili.
• Barre trasversali, travi di ancoraggio, treppiedi
Classe C
Comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali che non deviano dall'orizzonte per più di 15°.
• Per la messa in sicurezza di 4 operatori
• Progettate per sopportare carichi in direzione ortogonale all'asse della linea di ancoraggio
Classe D
Comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano rotaie di ancoraggio rigide orizzontali.
• Utilizzabile per una o più persone
Classe E
Comprende dispositivi di ancoraggio a corpo morto da utilizzare su superfici orizzontali che non deviano dall'orizzonte per più di 5°.
• Utilizzabile per una o più persone
• Punti d'ancoraggio mobili
Catalogo
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Georg Kantioler
Responsabile tecnico "Sicurezza sul tetto"
Tel. 0471 098 861
Cell. 335 76 02 818
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